Medicina Live con Nicola D’Imperio: infezione da Covid 19. Il Tar del Lazio condanna la “vigilante attesa”..
Interrompo la serie di articoli della rubrica Medicina live dedicata alla gastroenterologia perché mi sembra sostanziale dare queste informazioni.
Non ho scritto nulla sinora su questo argomento per evitare toni polemici, ma, a tal punto ritengo che il silenzio sia complice e quindi mi preme informare la gente su quello che è accaduto e che sta accadendo a proposito di alcuni aspetti della terapia precoce dell’infezione da Covid 19, che è la causa, nel nostro Paese, della permanenza di elevati numeri di ospedalizzazioni, sia nei ricoveri ordinari che nelle terapie intensive e, purtroppo, anche di mortalità.
Gli “scienziati” del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Sanità non hanno tratto alcun insegnamento dagli errori fatti già dallo scorso anno, che hanno portato questa “serva Italia di dolore ostello” (mi sovviene questa frase perché giovedì 25 marzo è stata la giornata che ha celebrato Dante Alighieri) ai vertici della classifica della pandemia da Coronavirus. Un anno fa qualche sprovveduto (o in malafede) ha addirittura parlato di “modello italiano” nell’affrontare questa emergenza mondiale, additandolo ad esempio agli altri paesi. Pazzi! Per fortuna che gli altri Paesi non hanno seguito il nostro modello altrimenti il mondo intero si ritroverebbe con un numero di contagiati e, conseguentemente, di decessi, percentualmente ben superiore al loro attuale.
Gli unici Paesi che superano, in rapporto al numero di abitanti, i nostri numeri, sono gli Stati Uniti, per la sottostima del problema da parte dell’ex presidente Trump, dove, fortunatamente, con l’avvento di Biden si sta osservando una velocissima svolta positiva, e l’Inghilterra per un problema analogo del presidente Boris Johnson, che ha riconosciuto i suoi errori ed ha imposto una svolta sostanziale che oggi ha portato il Regno Unito all’avanguardia nella lotta al Covid. Ma la nostra “serva Italia” continua a perseverare negli errori e, perciò, ad essere ancora ai primi posti di questa non invidiabile classifica! Spero davvero che il dott. Draghi, tra le sue mille incombenze, affronti anche questo problema che, insieme alla campagna di vaccinazione, è sostanziale nella lotta al Virus.
Si tratta di questo: in data 9 dicembre 2020 l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), diffondeva le linee guida sulla gestione del Covid a livello domiciliare che, nelle fasi precoci della terapia, prevedeva unicamentela “vigilante attesa” e, tutt’al più, la somministrazione esclusivamente di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e invitava a non utilizzare altri farmaci. Esistono almeno 4 o 5 farmaci che hanno mostrato la loro efficacia nel combattere tale patologia anche nelle fasi precoci e che vengono comunemente utilizzati, con successo, nei reparti ospedalieri sia di malattie infettive che di rianimazione. A queste regole dell’AIFA, cioè del Ministero della Salute, si sono attenuti i medici curanti, ma non tutti, altri si sono chiesti: ma perché non dobbiamo usare, anche nelle fasi iniziali dell’infezione, farmaci efficaci che, un anno fa, hanno fatto calare drasticamente la mortalità nelle terapie intensive?
Anche a me sono capitati casi alle fasi iniziali a cui era stato consigliato solo tachipirina per la febbre. Mi sono chiesto: ma perché quest’assurdità? Se nell’influenza, dopo due giorni di febbre e sintomi, consiglio, oltre agli antinfiammatori, gli antibiotici per combattere le sovrainfezioni batteriche, perché nel Covid 19, che provoca polmoniti a volte mortali, non devo consigliare subito altri metodi che hanno un razionale e si sono già dimostrati efficaci? E così ho consigliato, come terapia domiciliare, determinati antibiotici, come l’Azitromicina, o l’Amoxicillina con acido Clavulamico per le sovrainfezionibatteriche, il cortisone (Desametasone) perché è il più potente antinfiammatorio e l’eparina a basso peso molecolare per impedire le microtrombosi da coagulazione intravasale, alle dosi giuste e per i tempi giusti, monitorizzando l’ossigenazione del sangue col pulsiossimetro, che costa 10 euro in farmacia, dopo il walking test (100 passi nella propria abitazione). I pazienti così trattati sono guariti e nessuno di essi ha avuto bisogno di ricovero ospedaliero. Ricordo che ormai esistono numerosi lavori scientifici che dimostrano l’efficacia di tale terapia precoce, con un rapporto rischi\benefici nettamente a vantaggio degli ultimie con riduzione dell’ospedalizzazione a solo il 5% e cala drasticamente la mortalità.
I dottori Alessandro Capucci, Fabrizio Salvucci, Giuseppe Giorgio Stramezzi, Riccardo Szumsky, rappresentati e difesi dagli avvocati Erich Grimaldi e Valentina Piraino, hanno fatto ricorso al TAR del Lazio contro il Ministero della Salute che il 9 dicembre 2020 aveva redatto le linee guida che consigliavano solo Tachipirina e vigile attesa nelle prime fasi. Il TAR del Lazio ha dato loro ragione il 5 marzo del 2021 affermando la necessità di una cura più efficace sin dai primi giorni di malattia e sospende il provvedimento del 9 dicembre del Ministero della Salute.
L’infezione da Covid è classificata in asintomatica, lieve, moderata, grave e critica: a mio parere, e non solo, nelle forme asintomatiche si deve attuare la vigile attesa, nelle forme iniziali, che sono quelle lievi o lievi moderate, è proprio qui che bisogna intervenire con una efficace terapia domiciliare tempestiva che eviti l’evolvere verso le forme gravi e critiche che intasano i reparti degli ospedali con una mortalità alta che ormai è costante da mesi. E’ chiaro ora perché ricoveri e mortalità sono alti e costanti da ormai tre mesi (guarda caso, forse sarà una coincidenza, da quando è stato fatto divieto nelle forme iniziali di usare altri farmaci) ?
Per la lotta al virus abbiamo in teoria 3 armi: la prevenzione, il vaccino, la terapia. Queste vanno usate tutte e nel migliore dei modi e, così come sono stati commessi e si commettono ancora, errori nella prevenzione e nei vaccini, non si continui a fare errori anche nella terapia.
Probabilmente questa sentenza del TAR del Lazio cambierà le linee guida sulla terapia dei casi iniziali, ma lo si faccia subito perché questo sta costando migliaia di morti!
Superata la fase pandemica, andremo incontro alla fase endemica, cioè quella in cui il virus con le sue varianti sarà sempre presente tra di noi con pochi casi che, periodicamente, potrebbero avere dei picchi e per evitare nuove epidemie abbiamo, al momento, ancora le stesse tre armi: la prevenzione, i vaccini e la terapia.
Dobbiamo rendere efficacissime queste tre armi; attualmente quella della terapia nelle fasi precoci (con sola tachipirina) è un’arma non solo spuntata, ma perdente, che, se si somma ai problemi che abbiamo coi vaccini, ci farà perdere non solo la battaglia, ma anche la guerra!
Fonte: SassiLive