Medicina Live con Nicola D’Imperio: le caratteristiche del dolore addominale. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio..

Le caratteristiche del dolore addominale. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama.
Dopo aver parlato, nella puntata precedente di Medicina Live, delle sedi del dolore addominale, affrontiamo ora un altro aspetto importante sia per il medico per porre un corretto orientamento diagnostico, che per la gente per una primissima valutazione di un disturbo, cioè prima ancora di recarsi dal proprio medico: le caratteristiche, il tipo di dolore addominale. Esso può essere riferito dal paziente come una trafittura, una contrazione, una sensazione di peso, o un bruciore.
Il dolore trafittivo, in genere, si ha quando c’è una patologia che interessa un segmento dell’apparato digerente, ben localizzato almeno nelle fasi iniziali, con coinvolgimento di tutti gli strati della parete sino al peritoneo, che, come abbiamo detto, è la spessa membrana che riveste tutti gli organi addominali e che è estremamente sensibile. Un esempio tipico è il dolore da ulcera gastro-duodenale, che si può rappresentare come una ferita che interessa la parete dello stomaco o del duodeno a tutto spessore e che, spesso, viene riferita dal paziente come una “pugnalata”, appunto una trafittura. Ovviamente, quando, nelle fasi più avanzate, c’è l’interessamento del peritoneo, il dolore può estendersi alle regioni limitrofe con caratteristiche anche diverse, ma resta ben individuato il fulcro trafittivo.
Il dolore crampiforme, in genere, è dovuto ad una contrazione dei segmenti intestinali o di una delle valvole che, con le loro aperture e chiusure, regolano il flusso del contenuto, che deve essere convogliato per circa 10 metri, dall’entrata del cibo sino all’eliminazione delle feci e sospinto dalla peristalsi, che determina una forza propulsiva attraverso la contrazione e il rilassamento dei vari tratti intestinali. Le contrazioni, quindi, sono fisiologiche e servono per la normale funzione, ma in alcune circostanze esse possono essere più intense, tanto da determinare il dolore crampiforme; è quello che succede nelle patologie cosiddette funzionali, come il colon irritabile, o come può avvenire anche per altre patologie funzionali dell’esofago, del cardias, dello stomaco, del piloro, dello sfintere anale. Ma non sempre questo tipo di dolore è sostenuto da queste cause, a volte può essere anche l’espressione di una contrazione di un segmento intestinale reattiva ad una patologia organica, cioè una infiammazione o altro ancora; ad esempio, se c’è un segmento ristretto, l’intestino a monte di questo per fare superare l’ostacolo al contenuto intestinale, aumenta la forza propulsiva mediante delle contrazioni più energiche, che determinano appunto il dolore crampiforme.
Il dolore gravativo, il cosiddetto “peso”, in genere, è dovuto ad una stasi del cibo nelle sue fasi di digestione attraverso i vari segmenti, lo stomaco, il piccolo intestino, o il colon. Si ha per un rallentamento della peristalsi (la spinta propulsiva), oppure per un cattivo funzionamento di una delle valvole (il cardias tra l’esofago e lo stomaco, il piloro tra lo stomaco e il duodeno, la valvola ileo-ciecale tra il piccolo e il grande intestino, lo sfintere anale tra il colon e l’esterno). Ciò determina una certa stasi del contenuto e un accumulo in un segmento e di quì la sensazione di pesantezza, che, a volte, può trasformarsi in vero dolore gravativo. Nel determinismo del rallentamento della peristalsi possono essere coinvolte le patologie organiche, cioè infiammazioni, polipi, o tumori, che oppongono un vero e proprio ostacolo alla progressione con conseguente ristagno del materiale a monte e, di conseguenza si sviluppa il dolore gravativo.
Il dolore che brucia, o urente, in termine tecnico si definisce pirosi (dal greco piur, che significa fuoco), è in genere legato all’azione chimica di alcune sostanze prodotte dallo stomaco, dall’intestino e dagli organi annessi (fegato e pancreas) per la digestione degli alimenti. La sostanza chimica più frequentemente implicata nella pirosi è l’acido cloridrico prodotto dallo stomaco per la prima fase della digestione; è un acido molto forte nei confronti del quale lo stomaco ha propri meccanismi di difesa e che, dopo lo stomaco, viene neutralizzato dall’azione alcalina della bile, ma che, in alcune circostanze patologiche può essere la causa di un vero e proprio dolore urente. Una patologia oggi molto diffusa è la GERD (Gastro EsofagealRefluxDisease), la patologia da reflusso gastro-esofageo, in cui l’acido cloridrico invade l’esofago e di qui può venire a contatto col faringe, il cavo orale, le vie aeree superiori, che non hanno, come lo stomaco, le difese nei confronti di questo potente acido, e che quindi si infiammano e il sintomo classico è il dolore che brucia, la pirosi.
In questo schematismo estremo sulle caratteristiche del dolore ho voluto dare qualche informazione utile per il vivere quotidiano, non mi soffermerò in questa sede sul dolore biliare e pancreatico, o altro ancora, ma voglio ancora una volta sottolineare che le variabili sono numerosissime e che la principale causa di esse è la soggettività. Nelle prossime puntate terminerò l’analisi del dolore addominale parlando di intensità, durata, insorgenza.

Fonte: SassiLive

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